Ara Pacis
Fauno Barberini
Augusto di prima porta
Arco di Tito
L'ara Pacis, costruita a Roma nel periodo del classicismo augusteo, è un'altare il cui stesso nome definisce ciò a cui è dedicata ovvero la pace secondo la sua concezione divina. Costruita per decisione del Senato dopo la conquista di Spagna e Gallia e posta nel Campo Marzio per celebrare le vittorie e anche io periodo di Pax Augustea. Essendo stato posta vicino al fiume Tevere, l'opera nel tempo si è danneggiata a causa della continua umiditá. Nel 1500 è stata ricostruita e alcuni frammenti sono stati messi in mostra nella galleria degli Uffizzi. Con i pezzi reperiti nel 1900, Mussolini decise di ricostruire, secondo lui, una delle più grandi opere costruite per celebrare il primo grande duce della storia.
L'altare sacrificale era circondato da una recinzione, decorata sia all'interno che all'esterno, a due registri di cui uno simula gli antichi recinti in legno. L'altare era poco ornato ma le pareti interne erano addobbate con burani (crani di bue che rappresentavano la fertilitá), girlande, palmette grecizzanti e patere che raccoglievano il sangue delle vittime.
Enea compie un scrifico ai penati. Si pensava vhe la Gens Iulia discendesse da Enea e che quindi fosse una stirpe divina.
Fondazioni di roma: Romolo e Remo allattati dalla Lupa e Dio Marte.
La Dea Tellus insieme a due ninfe che rappresentava l'unitá della terra e del mare.
Personificazione di Roma seduta sulle armi che rappresentava la pace ottenuta dopo la guerra.
La prima processione inaugurale dell'Ara Pacis in cui sono rappresentati Augusto, sacerdoti e familiari.
La seconda mostra familiari in cui traspare di più la ritrattistica tipica romana.
La statua a grandezza naturale di un fauno, creautura mitologica mezzo uomo mezza capra che, dopo un grande bevuta, cade in un sonno profondo. La sua posa riesce ad incarnare innocenza e sensualità, ebrezza e virtuosismo allo stesso tempo, essendo però molto insolita per un fauno, rappresentati solitamente in cortei dionisiaci. Inoltre è rappresentato in maniera molto insolita, dato il suo fisico molto muscoloso, tipico degli eroi.
Locazione: Palazzo Barberini
Periodo: 220 a.c. Crica
Chiamata così perche situata nella villa a prima porta, questa statua rappresenta Augusto con un'armatura, che leva il braccio destro per chiedere silenzio e con il sinistro stringe una lancia ormai persa; in basso vi è Eros che cavalca un delfino. Augusto indossa un'armatura (lorica) su cui è rappresentata la vittoria sui Patti e la riconsegna e la riconsegna delle insegne di Crasso. La statua è stata fatta per farlo somigliare al doriforo di Policleto, seguendo il suo canone perfetto per rispecchiare la grandezza Augustea.
Lorica
Al centro vi è il re dei Patti che restituisce le insegne di Crasso a qualcuno che si presume sia Tiberio. Ai lati invece, la personificazione di Germania e Pannonia e 2 divinitá: Apollo e Diana. In basso la Terra sdraiata con una cornucopia di frutta e 2 bambini in braccio. La presenza di tali divinitá pone la vittoria sui patti è posta in uno scenario cosmico, rendendo Augusto l'esecutore di una volonta divina
L'arco di Tito è l'arco romano più antico pervenutoci grazie alla cinta muraria costruita nel medioevo. Fatta per decisione del senato in onore di Tito per le sue vittorie nella prima guerra giudaica. Esso risulta più compatto e massiccio con un un'unica fornice in marmo. La volta è decorata con un motivo a cassettoni e al centro vi è un' rilievo raffigurante Tito portato da un aquila in cielo e ai lati della fornice vi sono dei fregi che celebrano le vittorie di Tito che viene rappresentato trionfante dopo la guerra, in processione, con i trofei sottratti dopo la presa di Gerusalemme. L'arco trionfale é la forma più alta concessa dal senato che quasi divinizzava l'imperatore.