L’Antico regime

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Millennium

Volume 2 - Unità 1

LAntico regime 

Autorità del sovrano assoluto, alleato con la Chiesa intollerante​

Per antico regime si intende il tipo di società che caratterizzò lEuropa all'incirca dal XIV al XIX secolo (Ancien régime).

  • Il termine fu coniato ai tempi della rivoluzione francese con riferimento alla società che essa voleva abbattere. 
  • La storiografia ha poi esteso la definizione all’intera Europa.

Tutela dei privilegi della nobiltà e del clero

Disconoscimento del merito e della competenza

Per tutti, imposte pesanti

Per i contadini, servitù personali

CARATTERISTICHE

Privilegi di nascita

Oppressione dei sudditi

Tra il 1300 e il 1700 la popolazione europea aumentò solo del 30%.

La stabilità demografica

Cause

Alternarsi di fasi di crescita e di crisi dovute a guerre, carestie, epidemie

Le pessime condizioni igienico-sanitarie, la fame, le malattie, il lavoro pesante rendevano:

  • la durata media della vita molto breve (34 anni per le donne, 28 per i maschi);

  • la mortalità infantile molto elevata.

Nell’Europa occidentale la famiglia era composta, solitamente, da non più di 4 o 5 persone: si trattava quindi della cosiddetta famiglia nucleare, costituita da una coppia e dai suoi figli.

Matrimonio tardivo che riduceva il periodo dell’unione feconda e quindi delle nascite

Una famiglia numerosa del XVII secolo.

Durante l’Antico regime:

  • l’85% della popolazione viveva in campagna;
  • l’agricoltura occupava il 65-90% della popolazione.

Una società rurale

L’industria era marginale ed era rappresentata prevalentemente dalla bottega artigiana o dal lavoro a domicilio.

  • I villaggi rurali vivevano  isolati, con un’economia basata sull’autoconsumo e sul baratto (la storiografia recente li ha definiti «immobili»).
  • Le città, al contrario, pur scarsamente abitate, ospitavano i centri di controllo di tutte le più importanti funzioni politiche, economiche e sociali.

Soprattutto a causa dei vincoli di natura feudale che ancora gravavano sulla terra, la produttività era bassa ed era necessario ampliare la superficie coltivabile: per questo anche vecchi, bambini e donne dovevano lavorare duramente.

Contadini all’epoca dell’Antico regime.

Nelle società di antico regime i diritti non erano concepiti come propri di ogni persona, ma come privilegi di nascita o elargiti dalle autorità.

La società era divisa in ordini (detti anche ceti o stati) di cittadini che non godevano degli stessi diritti.

Nobiltà: deteneva il primato sociale. Il suo potere e la sua ricchezza derivavano dalla proprietà terriera. Il divieto di lavorare, però, portò molti nobili alla rovina economica, pur mantenendone i privilegi.

Le gerarchie sociali

In teoria la disuguaglianza tra gli ordini corrispondeva alle diverse funzioni sociali di origine medievale:

  • il primo, il clero, amministrava il culto divino;
  • il secondo, la nobiltà, garantiva la difesa;
  • il terzo, il Terzo stato, doveva lavorare per l’intera comunità.

Borghesia: portatrice dell’etica del profitto. A partire dall’XI secolo iniziò la sua ascesa, ma il primato sociale rimase alla nobiltà.

La borghesia

A partire dall’XI secolo: ascesa della borghesia,
i cui valori si identificavano con lo spirito del profitto.
Spesso i borghesi arricchiti  compravano titoli o feudi che consentissero loro di diventare nobili (è il cosiddetto tradimento della borghesia).

  • esenzione dalle imposte
  • diritto di essere giudicati da tribunali speciali
  • impieghi riservati nella corte, nella Chiesa, nell’esercito
  • privilegi onorifici (ad esempio spada e blasone) che differenziavano anche esteriormente gli aristocratici dal resto della società

Gli ordini privilegiati

Una società fondata sulla disuguaglianza

nobiltà

clero

Nel XIV secolo il problema della povertà assunse proporzioni  allarmanti: i poveri (privi di fonti di reddito) superavano il 20% della popolazione, concentrati soprattutto nelle città.

Poveri ed emarginati

  • La paura che la folla di derelitti alimentasse la criminalità e le sommosse fece venire meno l’atteggiamento di accoglienza e assistenza che aveva caratterizzato il Medioevo.
  • Fu chiaro che occorreva l’intervento dello Stato che, un po’ dovunque, cominciò a sperimentare le prime forme di politica sociale.
  • Si tentò di porre l’assistenza sotto il controllo della pubblica amministrazione.
  • Si ricorse all’imposizione di tasse per l’assistenza.
  • Furono emanate leggi che proibivano la mendicità e l’elemosina in pubblico.
  • In Inghilterra fu emanato il Poor Act (1598) che riconosceva agli inabili al lavoro l’assistenza pubblica e agli altri l’opportunità di lavorare.

Quando questi provvedimenti divennero insufficienti si ricorse alla reclusione.

Una famiglia di mendicanti in un dipinto di scuola italiana del XVII secolo.

L’assolutismo fu un «progetto» piuttosto che un fatto: nelle monarchie di antico regime, nonostante gli sforzi dei sovrani, permasero diversità linguistiche, amministrative e fiscali, perfino di pesi e di misure.

Lo stato assoluto

Monarchia feudale
Epoca: Medioevo (XII-XIV sec.)
Formula: Lex facit regem
Legge e sovranità: È la legge a fondare
i poteri del sovrano e a indicarne
i limiti.

La monarchia assoluta si affermò in Europa soprattutto dopo la guerra dei Trent’anni (1618-1648) e fu la forma di Stato tipica dell’antico regime.

Monarchia assoluta
Epoca: Età moderna
Formula: Rex facit legem
Legge e sovranità: È il sovrano a fondare la legge, a darle valore e a determinarne i limiti.

Il sovrano è garante dei diritti degli ordini.

I sudditi non hanno più alcun diritto ma solo doveri.

Copertina del Leviatano di Thomas Hobbes (1651).

Un altro aspetto fondamentale dello Stato di antico regime è l’alleanza tra trono e altare:

  • il sovrano pretendeva dal clero obbedienza e collaborazione, in cambio si presentava come il protettore della vera fede (quella che egli stesso professava);
  • le Chiese si avvalevano degli strumenti repressivi del potere temporale per combattere gli eretici e per tutelare la propria autorità, in cambio riconoscevano il potere del re, ancora ritenuto d’origine divina (soprattutto dal popolo).

Lalleanza tra trono e altare

I sovrani erano convinti che la libertà di fede avrebbe portato all’ingovernabilità, in quanto un suddito di diversa fede avrebbe rifiutato l’autorità regia.

L’identificazione Chiesa-Stato costituiva la radice fondamentale dell’intolleranza.

Nell’antico regime lo Stato era considerato un patrimonio della dinastia regnante, in pratica una proprietà del sovrano.

La società feudale

  • Il re poteva disporne come di qualsiasi altro bene.
  • Alla sua morte era trasmesso in eredità.
  • La concezione patrimoniale e dinastica giustificava le pretese assolutistiche: il sovrano poteva disporre dello Stato in quanto legittimo proprietario.

La rivoluzione francese contesterà questo principio affermando che «il fondamento di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione», cioè nell’insieme degli individui che la costituiscono.

Luigi XIV, il «re Sole» (1638-1715), incarnò meglio di chiunque altro la figura del  monarca assoluto.

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