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Lazzaro

Exultet 2 di Pisa

L'immagine è scandita dagli spazi tra i personaggi e la loro gestualità

Gli apostoli accompagnano Gesù (Gv 11,8-16). Il dialogo è indicato dal gesto della mano e l'identificazione con i discepoli è dovuta alla caratteristica rappresentazione di Pietro con capelli e barba bianchi. Da sottolineare in questa rappresentazione la mano di Pietro che si posa sulla spalla di Gesù. Un segno di vicinanza e tenerezza.

Gesù è rappresentato come Signore, tiene in mano il rotolo delle Scritture come nelle rappresentazioni della Majestas Domini.

Lo sguardo e il gesto di Gesù sono totalmente rivolti a Lazzaro, come se gli altri protagonisti della scena non fossero presenti.

La posizione dei personaggi richiama le relazioni e la narrazione del vangelo

Gv 11,8-16

Gv 11,20-37

Gv 11,38-43

Gv 11,44

Gv 11,45

Un "personaggio" particolare della composizione di questa immagine è la roccia di colore rosso che il miniatore posiziona tra Gesù e Lazzaro

Una prima funzione di questa roccia è quella di creare un elemento visivo che riporti alla relazione principale del racconto: quella tra Gesù e Lazzaro.

Un secondo aspetto è richiamare l'attenzione dell'osservatore su un altro episodio del quale la resurrezione di Lazzaro è la prefigurazione

La roccia richiama l'antro in cui viene rappresentata la discesa agli inferi del Cristo. Un osservatore dell'epoca avrebbe colto in maniera diretta questo richiamo visivo.

La roccia divide i personaggi che piangono (quindi che si sono fermati alla morte) da quelli che gioiscono e prendono atto del ritorno di Lazzaro in vita

Colui che "spezza" il pianto è il Cristo che è esterno alla roccia, la lambisce e la domina fisicamente la scena anche nelle proporzioni della sua figura più imponente delle altre.

MORTE

VITA

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