IL CASTELLO DI ATLANTE
Nel corso dell'Orlando furioso, Ariosto inserisce due momenti in cui le vicende principali - la guerra tra i Franchi e i Mori e la ricerca di Angelica da parte dei protagonisti - si interrompono, provocando una deviazione del percorso narrativo del poema e delle vicende di diversi personaggi.
Si tratta dei due castelli-trappola creati dal mago Atlante, tutore di Ruggiero. Il mago, conoscendo la profezia della morte del guerriero dopo le sue nozze con Bradamante e la conversione al cristianesimo, lo intrappola in due diversi castelli incantati, nei quali vengono attirati con l’inganno diversi paladini, tra cui lo stesso Orlando. Il primo castello compare inizialmente nel canto II, attraverso il racconto del cavaliere Pinabello, e poi lo ritroviamo nel canto IV
IL CASTELLO DI ATLANTE
“Sei giorni me n'andai matina e sera
per balze e per pendici orride e strane,
dove non via, dove sentier non era,
dove né segno di vestigie umane;
poi giunse in una valle inculta e fiera,
di ripe cinta e spaventose tane 1,
che nel mezzo s'un sasso avea un castello
forte e ben posto, a maraviglia bello.
Da lungi par che come fiamma lustri,
né sia di terra cotta, né di marmi.
Come più m'avicino ai muri illustri,
l'opra più bella e più mirabil parmi.
E seppi poi, come i demoni industri,
da suffumigi tratti e sacri carmi 2,
tutto d'acciaio avean cinto il bel loco,
temprato all'onda et allo stigio foco 3.
DANTE, CON IL TERMINE STRANO E CON L'ACCENNO A SENTIERI NON PERCORSI DALL'UOMO DESCRIVE L'ORRIDA SELVA DEI SUICIDI (INF XIII)
IL CASTELLO DI ATLANTE
Di sì forbito acciar luce ogni torre,
che non vi può né ruggine né macchia.
Tutto il paese giorno e notte scorre,
E poi là dentro il rio ladron s'immacchia.
Cosa non ha ripar che voglia tôrre:
sol dietro invan se li bestemia e gracchia.
Quivi la donna, anzi il mio cor mi tiene,
che di mai ricovrar lascio ogni spene”.
NELLA DIVINA COMMEDIA, SULLA PORTA DELLA CITTA' INFERNALE DI DITE E' RIPORTATO: "LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CH'ENTRATE"
LA STRUTTURA MAGICA E' EVIDENZIA, COME IN DANTE, DALLA SUA ECCEZIONALITA'
IL CASTELLO DI ATLANTE
Nel castello Atlante, spinto da sincero amore paterno per Ruggiero, rapisce giovani fanciulle per attirare i cavalieri nel magico edificio con la promessa di piaceri e dolce compagnia.
Quando Bradamante vi penetra, nel quarto canto, sfrutta i poteri del suo anello per annullare gli effetti della magia di Atlante.
Bradamante sconfigge Atlante (a cavallo di un ippogrifo) e lo costringe a spiegare le ragioni del proprio comportamento, svelando la profezia che grava sul capo di Ruggiero
IL CASTELLO DI ATLANTE
IL CASTELLO DI ATLANTE
Il secondo castello di Atlante appare nel dodicesimo canto. L’incantesimo del mago è qui più potente: in questo nuovo luogo magico i cavalieri sono attirati dalle loro stesse ossessioni che prendono forma in un’immagine sfuggente ed irreale, ma al tempo stesso irresistibile e seducente.
I paladini che entrano nel castello dimenticano tutto, concentrandosi nella ricerca del loro oggetto di piacere; così Orlando rimane imprigionato nel castello, inseguendo l’immagine di Angelica.
Il castello è dunque una replica del poema, con i cavalieri che vagano (errano) alla vana ricerca del loro oggetto, incuranti di tutto il resto, concentrati, abbarbicati tenacemente alle loro ossessioni
IL CASTELLO DI ATLANTE
Orlando furioso, XII, ottave 20-21: “[...] una persona
che paruta era Angelica ad Orlando,
parve a Ruggier la donna di Dordona [...]
a tutti par che quella cosa sia,
che più ciascun per sé brama e desia. |
Questo era un nuovo e disusato incanto
ch’avea composto Atlante di Carena,
perché Ruggier fosse occupato tanto
in quel travaglio”.
IL CASTELLO DI ATLANTE
Questi due luoghi si presentano come momenti necessari per la formazione di Ruggiero, eroe destinato alla morte prematura, ma anche alla fondazione della famiglia degli Estensi.
A rompere quest’incantesimo è proprio - ironia della sorte - l’oggetto del desiderio di tutti i personaggi. Angelica, impadronitasi dell’anello magico che dona l’invisibilità, spezza l’incantesimo del mago, e dà la libertà a tutti, permettendo così il proseguimento dell’intreccio.