L'inizio della carriera letteraria di Orazio è segnato da una raccolta formata da 17 componimenti di argomento vario,
indicati dal poeta con il titolo di Iambi («Giambi»); furono i grammatici posteriori a imporre la denominazione di Epòdi o Epodon liber
il tono aggressivo tipico della tradizione ha uno spazio piuttosto limitato nella raccolta oraziana
I personaggi contro cui si scaglia Orazio, infatti, hanno tratti estremamente generici e sembrano svolgere più o meno il ruolo di "tipi" rappresentativi,
Per questo si associano spesso gli Epodi alla tradizione della Satira
Negli Epodi Orazio affronta vari temi, tra cui ,
la celebrazione dell'amico Mecenate (I, III, IX e XIV)
l'invito a godere della gioventù
le proprie sofferenze amorose (XI e XV)
l'ansia per le guerre civili che rischiano di portare Roma all'autodistruzione (VII e XVI)
spicca poi la figura della potente maga Canidia, protagonista degli epodi V e XVIII.
Orazio scrive due libri di Sermones, chiamati dalla tradizione Satirae.
il genere di scrittura praticato da Orazio intende mantenersi, nel complesso, più vicino ai canoni alessandrini:
La scrittura satirica di Orazio è sostenuta da uno spirito di osservazione della società e della natura umana che nasce dall'esperienza della vita
Orazio è pronto ad apprezzare l'arguzia e lo spirito corrosivo di Lucilio, ma non a riconoscergli eleganza nella scrittura.
A prevalere, in genere, è l'impressione di partecipare a uno squarcio di conversazione
Il poeta che riflette sul carattere e sulle abitudini degli uomini rimane saldamente ancorato all'interno della cultura della sua città
Due i criteri centrali: metriótes («misura») e autárkeia («autosufficienza»)
Nella satira II, 7, approfittando della libertà di parola associata alla festa dei Saturnali, il servo Davo muove al poeta ogni sorta di critica
Lo schiavo rimprovera al padrone soprattutto l'incoerenza:
Orazio desidera la campagna solo quando è a Roma, mentre lontano dalla città è tormentato dal desiderio di tornarci
La risposta di Orazio mostra il distacco di chi non chiede di essere preso troppo sul serio
Nelle Odi (Carmina in latino) Orazio riconosce più volte l'influsso dei lirici greci sulla propria ispirazione, in particolare Saffo e Alceo, da cui prende forme metriche, situazioni e temi
altri lirici greci come Anacreonte (VI sec. a.C.) e Pìndaro (VI-V sec. a.C.), quest'ultimo soprattutto per il IV libro
Nella raccolta delle Odi si distinguono i primi tre libri, pubblicati come raccolta unitaria nel 23 a.C.
dall'ultimo, composto dopo il Carmen saeculare
(17 a.C.)
Temi della raccolta sono: il canto d'amore, le invocazioni e gli inni a varie divinità e la tematica civile, oltre alle altre tematiche oraziane
Nelle Odi i temi partono spesso da spunti ripresi direttamente dai lirici greci.
La tecnica prediletta da Orazio è quella della citazione di un celebre brano antico, proseguendo poi con uno sviluppo del tutto originale rispetto al modello
Nella poesia delle Odi prevalgono i quadri brevissimi e così essenziali da essere privi di ogni dettaglio superfluo
Prevalgono infatti i toni rapidi della massima lapidaria o dell'esortazione
L'amore e le sue gioie hanno una sola stagione, quella della giovinezza, e il poeta si presenta come uno che ha ormai superato quest'età
Una struttura compositiva che compare frequentemente nelle Odi è l'inno d'invocazione rivolto a una divinità, anche se desacralizzato
il Carmen saeculare è composto in strofe saffiche ed è strutturato come un inno di invocazione ad Apollo e a Diana quali protettori di Roma
questo canto aveva la funzione di invocare su Roma i doni dei gemelli divini: rafforzamento della potenza e dello splendore della città, favore della natura e fertilità, fine della guerra
la funzione di vates - cioè di poeta-profeta ispirato dalla divinità guida della sua comunità
Nei libri III e IV, oltre ad affermare la novità delle Odi Orazio mostra un maggiore interesse per le tematiche civili
Il tema politico più frequentemente toccato da Orazio è quello della guerra civile, che però si apre verso la funzione politica di Ottaviano
i temi politici che ora si impongono sono di natura diversa, per lo più legati al progetto ideologico augusteo.
vengono celebrati i successi di Ottaviano e i personaggi a lui più vicini, mentre la morte di un nemico come Cleopatra viene salutata con esultanza (I, 37)
Orazio, nelle prime 6 odi del III libro, assume il ruolo del poeta sacerdote delle Muse, che ha il compito di esaltare la grandezza di Roma
Orazio si assume l'onere di esaltare la grandezza di Roma, sia celebrandone i valori tradizionali,
sia preannunciando l'imminente manifestazione della divinità di Augusto, destinato a ripristinare la gloria e i costumi di un tempo.
Lo spirito delle odi romane ricompare con toni di partecipazione ancora maggiore nel libro IV
Nelle Odi predomina un atteggiamento di calma e spesso rassegnata osservazione dell'ineluttabile scorrere del tempo
egli non perde il tono sereno e distaccato quando indica le vie per sfuggire all'affanno delle ambizioni o alla paura della morte
La condizione più augurabile una condizione di mezzo, che tiene al riparo tanto dalle strettezze della povertà quanto dai rischi che corre chi arriva troppo in alto, esponendosi all'invidia altrui e ai rovesci della sorte.
da qui l'incitamento ad approfittare delle occasioni che la vita offre. E' questo il fulcro del cosiddetto carpe diem
È questo il senso dell'aurea mediocritas oraziana (II, 10),
l'unico elemento che sembra contrastare questa sensazione di fuggevolezza è la coscienza dell'eternità della poesia
e quindi la consapevolezza di aver scritto un'opera che proietterà Orazio nell'eternità
La poesia di Orazio si muove lungo una gamma assai differenziata di stili, a seconda del genere letterario dei singoli componimenti.
seguono poi l'uso di parole "basse" - come caldus, comedere, gula, portare, spurcus, lo spezzare della fluidità del verso,
L'intento di Orazio è l'invenzione del sermo, un linguaggio che trasfigura il parlato quotidiano
Una prima risorsa per ricreare il tono medio della colloquialità è la disinvolta concatenazione di frasi (e di argomenti).
mentre a rendere evidente il gioco letterario raffinato di Orazio è e la sapiente collocazione delle parole.
Orazio aderisce parzialmente all’epicureismo
Tuttavia, il poeta sembra infatti non essere mai sfuggito all’angoscia della morte, percepita sempre come imminente.
BIOGRAFIA DI QUINTO ORAZIO FLACCO
OPERE DI QUINTO ORAZIO FLACCO
LA VITA DI ORAZIO SU REPETITA
LE OPERE DI ORAZIO SU REPETITA
LETTURA ODE III, 30 (NON OMNIS MORIAR)
ORAZIO CONVIVIALE
TESTO LATINO E TRADUZIONE DELL'ODE CONTRO CLEOPATRA
IL CARMEN SAECULARE DI ORAZIO SU REPETITA
LETTURA ODE III, 30 (NON OMNIS MORIAR)
IL CASTELLO DI ATLANTE