La data di nascita non è conosciuta con precisione; si ritiene sia nato lo stesso anno della morte di Plauto, nel 184 a.C., e comunque tra il 195 e il 183 a.C..
Di bassa statura, gracile e di carnagione scura, nacque a Cartagine, probabilmente non da cartaginesi, almeno stante il cognomen di Afro da lui adottato; arrivò a Roma come schiavo del senatore Terenzio Lucano.
Da liberto assunse pertanto il nome di Publio Terenzio Afro.
Fu in stretti rapporti con il Circolo degli Scipioni, ed in particolare con Gaio Lelio, Scipione Emiliano e Lucio Furio Filo: grazie a queste frequentazioni apprese l'uso alto del latino e si tenne aggiornato sulle tendenze artistiche di Roma.
Durante la sua carriera di commediografo (dal 166, anno di rappresentazione della prima commedia, Andria, al 160 a.C.), venne accusato di plagio ai danni delle opere di Nevio e Plauto (entrambi condividevano come lui le idee di Menandro) e di aver fatto da prestanome ad alcuni protettori, impegnati in politica, per ragioni di dignità e prestigio (l'attività di commediografo era considerata indegna per il civis romano)
Morì mentre si trovava in viaggio in Grecia nel 159 a.C., all'età di circa 26 anni, per cause pare ignote
Terenzio scrisse soltanto 6 commedie, tutte giunte a noi integralmente.
La cronologia delle opere, frutto del lavoro filologico e delle ricerche erudite dei grammatici antichi, è attestata con precisione nelle didascalie anteposte, nei manoscritti, alle singole commedie.
Terenzio scrisse soltanto 6 commedie, tutte giunte a noi integralmente.
La cronologia delle opere, frutto del lavoro filologico e delle ricerche erudite dei grammatici antichi, è attestata con precisione nelle didascalie anteposte, nei manoscritti, alle singole commedie.
Terenzio si distinse fra tutti gli altri autori di palliate soprattutto per la sua vicinanza al raffinato mondo psicologico e sentimentale di Menandro e per la dolcezza e purezza della lingua.
Di fatto, quello che veramente preme a Terenzio e che lo spinge a privilegiare il modello menandreo è la "chimica" dei caratteri e dei sentimenti.
Le risposte trovate, o suggerite, vogliono essere eticamente costruttive: ispirare riflessione e saggezza, invitare alla moderazione e a una migliore comprensione di noi stessi e del nostro prossimo.
Gli elementi più appariscenti di questo riavvicinamento ai modelli attici sono:
la riduzione dell'elemento musicale e la distribuzione bilanciata delle presenze in scena dei vari personaggi.
In Terenzio, di parti liriche ce ne sono ben poche, dominano invece le parti semplicemente recitate e quelle recitative.
in Terenzio invece, al modo menandreo, raramente un personaggio resta in scena per più di centocinquanta versi consecutivi
il ritmo degli avvicendamenti è incalzante e contribuisce a mantenere viva l'attenzione dello spettatore
per vicende poco dinamiche e quasi mai di comicità esilarante.
Terenzio si trova a operare nell'ambito di un teatro non vincolato al limite attico dei tre attori:
Terenzio sfrutta la maggiore disponibilità di attori soprattutto aumentando il numero dei personaggi.
Terenzio, come già aveva fatto Plauto, ha aggiunto qua e là personaggi di riempitivo, ma anche personaggi di rilievo, ad esempio, raddopiando la coppia padrone-servo
Terenzio non creava liberamente, ma attingeva ad altre commedie, simili come soggetto e come struttura.
Questo procedimento di trasferimento e inserzione in diverso contesto di personaggi e scene intere si chiama contaminatio
Caratteristica del teatro di Terenzio era proprio la precisione quasi chirurgica dei suoi tagli e delle inserzioni
Prima di Terenzio, il prologo aveva sempre avuto un carattere prevalentemente informativo
una divinità, un personaggio della commedia o il capocomico forniva agli spettatori il titolo dell'opera e i dati indispensabili per seguire l'azione vera e propria.
Il prologo è la sede "emarginata" in cui l'autore comunica con il suo pubblico ed è usato prevalentemente come spazio di autodifesa e di affermazione di poetica
Terenzio ricorre con grande parsimonia alle "sententia" ma, quando lo fa, la sentenza acquisisce un rilievo di rara efficacia.
La lingua dei personaggi di Terenzio è piana, scorrevole, immune dal più facile degli eccessi, quello dell'oscenità e dell'insulto.
le commedie di Terenzio affrontano in primo luogo i problemi che riguardano i rapporti interni alla famiglia
in Terenzio il dibattito sui rapporti umani si colora di una continua luce poetica e psicologica
Terenzio sceglie nodi duri della vita sociale e li presenta in una iniziale situazione di incomunicabilità
il seguito della vicenda consisterà nel creare la comunicazione fra i personaggi, nel farli riflettere
le commedie di Terenzio affrontano in primo luogo i problemi che riguardano i rapporti interni alla famiglia
in Terenzio il dibattito sui rapporti umani si colora di una continua luce poetica e psicologica
I protagonisti delle commedie di Terenzio, a differenza di quelli plautini, non sono in genere riconducibili a tipi fissi
La loro funzione è piuttosto quella di invitare gli spettatori a riflettere su temi di natura etica, primo tra tutti l'opportunità di mostrarsi generosi e pronti a comprendere le ragioni dell'altro
le commedie di Terenzio affrontano in primo luogo i problemi che riguardano i rapporti interni alla famiglia
in Terenzio il dibattito sui rapporti umani si colora di una continua luce poetica e psicologica