L'uso delle metodologie informatiche nello studio delle discipline umanistiche ha portato significativi cambiamenti sia nel modo ci lavorare degli studiosi sia nel modo di accedere all'informazione.
La filologia digitale si propone di produrre edizioni di testi in formato elettronico secondo criteri scientificamente accurati. Il problema che ci si deve porre sin dall’inizio è, sostanzialmente, cosa essa possa aggiungere alla filologia tradizionalmente intesa, quella che finora si è espressa su supporto cartaceo.
La perdita del supporto cartaceo come strumento di trasmissione del sapere, da un lato ci impone un atteggiamento conservativo, la tutela di un patrimonio unico e prezioso, riconosciuto non solo come il testimone della civiltà della scrittura prima dell’avvento del digitale, ma anche come luogo
di deposito, dall’altro ci permette lo studio scientifico dei manoscritti, sempre più disponibili in supporto digitale, grazie alla collaborazione tra la filologia e le nuove tecnologie.
In questa fase perciò scegliamo non solo come ma che cosa vogliamo rappresentare/codificare
Dal punto di vista della codifica informatica, questo processo analitico coincide con la creazione di un modello del documento fonte
Prima della codifica di un qualsiasi documento è necessario studiarne la natura, le caratteristiche e le possibili funzionalità
La formalizzazione implica una ridefinizione degli oggetti
Perciò:
L’IU è una “disciplina” e non soltanto una metodologia
Modeling / encoding = knowledge representation
La Text Encoding Initiative è un progetto internazionale che ha visto coinvolte le maggiori organizzazioni internazionali dedicate all'Informatica Umanistica
Tutti i testi conformi alla TEI contengono:
una testata TEI <teiHeader>, da considerarsi il frontespizio del documento elettronico;
una trascrizione del testo vero e proprio marcata con l'elemento <text>.
See M. J. Driscoll, ‘P5-MS: A general purpose tagset for manuscript description’, Digital Medievalist 1 (2006)
http://www.digitalmedievalist.org/journal/2.1/driscoll/#mjd-b003
Questo modulo sviluppato da MASTER (1999-2001) e dal TEI Medieval Manuscript Description Work Group (1998-2000).
Una sezione della TEI sviluppato per la descrizione dei manoscritti
per lo più occidentali:
- Pertanto i tag si riferiscono alla descrizione di questi documenti
Questo modulo viene anche usato al di fuori di dicumenti manoscritti:
Edizione diplomatica?
Quali sono le fasi per la realizzazione di un'edizione digitale?
Edizione diplomatica?
l'edizione diplomatica è la riproduzione il più possibile fedele di un manoscritto
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Il primo passo:
si dovrà avere un’idea chiara del modello filologico digitale da presentare nella sua parte teorica e da mostrare nella sua parte tecnica - con una bozza di come ci immaginiamo il risultato finale.
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Il primo passo:
si dovrà avere un’idea chiara del modello filologico digitale da presentare nella sua parte teorica e da mostrare nella sua parte tecnica - con una bozza di come ci immaginiamo il risultato finale.
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Il primo passo:
discussione filologica sull’edizione
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Il primo passo:
Raccolta dei materiali
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Il primo passo:
Raccolta dei materiali e degli aspetti del documento
Le fasi di realizzazione di un'edizione scientifica digitale
Secondo passo:
ipotesi di modello di struttura base per la codifica del manoscritto
Tradizione / Innovazione
Tutti gli stadi testuali o almeno tutte le attestazioni originali (magari con l’esclusione dei codices descripti) diventano importanti all’interno della tradizione. L’ambiente digitale permette un passo in avanti nella visualizzazione e nel confronto dei testi, ma soprattutto supera l’idea del testo definitivo : non solo il filologo non sceglie un testo più importante, ma modifica il suo lavoro grazie ai linguaggi di codifica e ai codici di markup.
Tradizione / Innovazione
Il testo che il filologo dovrà preparare, ad esempio all’interno del linguaggio XML-TEI, non è soltanto un testo univoco, ma un ipotesto che può contenere in sé varie trascrizioni e moltiplicare le situazioni testuali. Se questo atteggiamento dovesse imporsi ci troveremmo di fronte a una modificazione radicale del rapporto con la testualità che andrebbe molto al di là della letteratura.
Tradizione / Innovazione
Text
Elements Available in All TEI Documents -- Example
.
An <choice>
<corr cert="high">Autumn</corr>
<sic>Antony</sic>
</choice>
it was, That grew the more by reaping
.
.
the <choice>
<expan>World Wide Web Consortium</expan>
<abbr>W3C</abbr>
</choice>
.
.
...how godly a <choice>
<orig>dede</orig>
<reg>deed</reg>
</choice>
La codifica <msDescription>
Text
<msDescription>
<msIdentifier>
<altName rend="bold" type="SC"> 28843. </altName>
</msIdentifier>
<msContents>
<p> In <textLang langKey="la"> Latin </textLang> </p>
</msContents>
<physDesc>
<support>
<p> on parchment </p>
</support>
<msWriting>
<p> written in more than one hand </p>
</msWriting>
</physDesc>
<history>
<origin>
<p> of the <origDate> 13th cent. </origDate> in <origPlace> England </origPlace> </p>
</origin>
</history>
<physDesc>
<dimensions> 7¼ x 5⅜ in. </dimensions>
<extent> i + 55 leaves </extent>
<layout>
<p> in double columns </p>
</layout>
<decoration>
<p> with a few coloured capitals. </p>
</decoration>
</physDesc>
<msContents>
<msItem> <rubric> Hic incipit Bruitus Anglie </rubric> , the <title type="uniform"> De origine et gestis Regum Angliae </title> of <author> Geoffrey of Monmouth (Galfridus Monumetensis) </author> : beg. <incipit> Cum mecum multa & de multis </incipit> </msItem>
</msContents>
<history>
<provenance>
<p> On fol. 54v very faint is 'Iste liber est fratris guillelmi de buria de ... Roberti ordinis fratrum Pred[icatorum]', 14th cent. (?): 'hanauilla' is written at the foot of the page (15th cent.). </p>
</provenance>
<acquisition>
<p> Bought from the rev. W. D. Macray on March 17, 1863, for £1 10s. </p>
</acquisition>
<p> Now <msIdentifier type="primary">
<idno> MS. Add. A. 61 </idno>
</msIdentifier> . </p>
</history>
</msDescription>
La codifica <msContents>
Text
<msContents>
<msItem n="1">
<locus>fols. 5r -7v</locus>
<title>An ABC</title>
<bibl>
<title>IMEV</title>
<biblScope>239</biblScope>
</bibl>
</msItem>
<msItem n="2">
<locus>fols. 7v -8v</locus>
<title xml:lang="fr">Lenvoy de Chaucer a Scogan</title>
<bibl>
<title>IMEV</title>
<biblScope>3747</biblScope>
</bibl>
</msItem>
<msItem n="3">
<locus>fol. 8v</locus>
<title>Truth</title>
<bibl>
<title>IMEV</title>
<biblScope>809</biblScope>
</bibl>
</msItem>
<msItem n="4">
<locus>fols. 8v-10v</locus>
<title>Birds Praise of Love</title>
<bibl>
<title>IMEV</title>
<biblScope>1506</biblScope>
</bibl>
</msItem>
<msItem n="5">
<locus>fols. 10v -11v</locus>
<title xml:lang="la">De amico ad amicam</title>
<title xml:lang="la">Responcio</title>
<bibl>
<title>IMEV</title>
<biblScope>16 & 19</biblScope>
</bibl>
</msItem>
<msItem n="6">
<locus>fols. 14r-126v</locus>
<title>Troilus and Criseyde</title>
<note>Bk. 1:71-Bk. 5:1701, with additional losses due to
mutilation throughout</note>
</msItem>
</msContents>
La codifica <msDesc>
<msContents>: una lista delle informazioni e note sul manoscritto
<physDesc>: informazioni sugli aspetti fisici del documento
<history>: fornisce la storia del manoscritto
La codifica <msDesc>
Text
<msIdentifier>
<country>United States of America</country>
<region>Texas</region>
<settlement>Austin</settlement>
<institution> The University of Texas at Austin </institution>
<repository>Harry Ransom Centre</repository>
<collection>Wilfred Owen Collected Letters</collection>
<idno type="folio">ff504</idno>
<altIdentifier>
<idno>Letter no. 535 Ed. 'Wilfred Owen Collected Letters'</idno>
</altIdentifier>
<msName>Letter to Leslie Gunston</msName>
</msIdentifier>
La codifica <msDesc>
<objectDesc>: sulla descrizione fisica
<handDesc>: quali sono gli strati di scrittura
La codifica <msDesc>
<objectDesc form="codex">
<supportDesc material="mixed">
<p>Early modern <material>parchment</material> and
<material>paper</material>.</p>
</supportDesc>
<layoutDesc>
<layout columns="1" ruledLines="25 32"/>
</layoutDesc>
</objectDesc>
La codifica <layoutDesc>
<layoutDesc>
<layout ruledLines="25 32" columns="1">
<p>
<locus from="1r" to="202v"/>
<locus from="210r" to="212v"/> Between 25 and 32 ruled
lines.</p>
</layout>
<layout ruledLines="34 50" columns="1">
<p>
<locus from="203r" to="209v"/>Between 34 and 50 ruled
lines.</p>
</layout>
</layoutDesc>
La codifica <msDesc>
<handDesc hands="2">
<p>The manuscript is written in two contemporary hands, otherwise unknown, but clearly those of practised scribes. Hand 1 writes ff.1r-22v and hand 2 ff. 23 and 24. Some scholars, notably Verner Dahlerup and Hreinn Benediktsson, have argued for a third hand on f. 24, but the evidence for
this is insubstantial.</p>
</handDesc>
La codifica <handDesc>
Text
<handDesc hands="2">
<handNote xml:id="Eirsp-1" scope="minor" script="other">
<p>The first part of the manuscript,
<locus from="1v" to="72v:4">fols 1v-72v:4</locus>, is
written in a practised Icelandic Gothic bookhand. This hand
is not found elsewhere.</p>
</handNote>
<handNote xml:id="Eirsp-2" scope="major" script="other">
<p>The second part of the manuscript,
<locus from="72v:4" to="194v">fols 72v:4-194</locus>, is
written in a hand contemporary with the first; it can also
be found in a fragment of <title>Knýtlinga saga</title>,
<ref>AM 20b II fol.</ref>.</p>
</handNote>
</handDesc>
La codifica <physDesc>
Text
<physDesc>
<objectDesc form="folio">
<supportDesc material="paper">
<support>A single folio of <material>paper</material> in
the collection as ff504 recto and verso</support>
</supportDesc>
<layoutDesc>
<layout columns="1" writtenLines="20">Written full width
as a single column, with approximately 20 lines per
page</layout>
</layoutDesc>
</objectDesc>
<handDesc hands="1">
<handNote>Written in <persName ref="#WO">Wilfred
Owen's</persName> hand.</handNote>
</handDesc>
</physDesc>
La codifica <history>
Text
<history>
<origin>
<p>Written in <origPlace>England</origPlace> in the
<origDate notAfter="1300" notBefore="1200">13th cent. </origDate>
</p>
</origin>
<provenance>
<p>On fol. 54v very faint is <q>Iste liber est fratris guillelmi de buria
de <gap reason="illegible"/> Roberti ordinis fratrum Pred<ex>icatorum</ex>
</q>, 14th cent. (?): <q>hanauilla</q> is written at the foot of the page
(15th cent.).</p>
</provenance>
<acquisition>
<p>Bought from the Rev. <name type="person">W. D. Macray</name> on
<date when="1863-03-17">March 17, 1863</date>, for 1 pound 10s.</p>
</acquisition>
</history>
La codifica <history>
Text
<history>
<origin>
<p>Written in <origPlace>England</origPlace> in the
<origDate notAfter="1300" notBefore="1200">13th cent. </origDate>
</p>
</origin>
<provenance>
<p>On fol. 54v very faint is <q>Iste liber est fratris guillelmi de buria
de <gap reason="illegible"/> Roberti ordinis fratrum Pred<ex>icatorum</ex>
</q>, 14th cent. (?): <q>hanauilla</q> is written at the foot of the page
(15th cent.).</p>
</provenance>
<acquisition>
<p>Bought from the Rev. <name type="person">W. D. Macray</name> on
<date when="1863-03-17">March 17, 1863</date>, for 1 pound 10s.</p>
</acquisition>
</history>
La documentary scholarly edition
It is a truth universally acknowledged that documentary editions have found a very welcoming home in cyberspace. Documentary editing has often been considered a lower form of scholarship, as suggested by its being commonly called "noncritical editing," a name that barely hides the conviction of its being a non- or prescholarly endeavor. However, this allegedly humble form of editing has now taken a leading role in the digital arena, boosted, it seems, by the availability of digital facsimiles.