HTML 5
Evoluzione del web
Domanda 1
Qual è la sua definizione di ipertesto?
Risposta
Definirei l'ipertesto come qualsiasi forma di testualità - parole, immagini, suoni - che si presenti in blocchi o lessie o unità di lettura collegati da link. Si tratta, essenzialmente, di una forma di testo che permette al lettore di abbracciare o di percorrere una grande quantità di informazione in modi scelti dal lettore stesso, e, nel contempo, in modi previsti dall'autore. Se dovessi definire l'ipertesto con una o due frasi, direi che l'ipertesto è una forma di testo composta da blocchi di "scrittura" e immagini collegati da link, che permette una lettura multilineare: non una lettura non lineare o non sequenziale, ma una lettura multisequenziale
George P. Landow
Intervista, Mediamente,
Milano 26-11-1997
Il termine ipertesto è stato ideato da Ted Nelson. Nelson non ha inventato nulla di concreto ma ha solo espresso concettualmente la possibilità per un documento di avere finestre su qualsiasi altro documento e di espandersi di continuo. Negli anni 80 sono stati realizzati i primi software per la realizzazione di ipertesti (Hypercard di Apple e Linkway dellIBM). Negli anni 90 i fisici del CERN di Ginevra hanno creato il linguaggio HTML (Hypertext Markup Language) e il sistema WWW (World Wide Web) che realizzano la base del sistema ipertestuale planetario chiamato Internet. Attualmente esistono moltissimi software per la realizzazione di ipertesti : da Word a Powerpoint a Front Page e molti altri ancora.
Come è nato l'ipertesto ?
Come è nato l'ipertesto ?
L'ipertesto è un concetto che nasce da una riflessione teorica deli anni quaranta e che viene utilizzato per la prima volta già nel 1965. Il suo adeguamento in ambiente digitale è posteriore alla riflessione teorica attorno alla necessessità di collegare informazioni.
Solo negli anni novanta, che l'ipertesto trova nell'HTML il linguaggio per comunicare, nell'HTTP il protocollo per circolare sulla rete Internet, nell'URL il sistema di indirizzamento univoco dell'informazione e nel browser il software di interfaccia
(Tomasi, 2008)
MEMEX
Vannevar Bush
Bush immagina un sistema di interconnessione delle informazioni, che chiama Memex, il cui scopo è quello di collegare il patrimonio testuale. Comunicare informazione non è per Bush un problema tipicamente tecnico e tecnologico, ma una necessità, che scaturisce dal bisogno sia di rendere i documenti accessibili alla comunità, sia di stabilire collegamenti fra l'informazione.
George P. Landow
Intervista, Mediamente,
Milano 26-11-1997
Domanda 2
George P. Landow
Intervista, Mediamente,
Milano 26-11-1997
Risposta
George P. Landow
Intervista, Mediamente,
Milano 26-11-1997
È chiaro che quando si comincia a scrivere un testo strutturalmente semplice si tratta - in genere - di un testo lineare. Tuttavia, appena un autore comincia a sviluppare registri più complessi in testi scritti a mano o stampati, ci si ritrova a confrontarsi con cose simili a note a piè di pagina o alla glossa ordinaria nelle Bibbie medievali, in cui si cerca di rendere possibile l'aggiunta di ulteriori informazioni ad un testo lineare. È quasi una questione di sofisticazione!
George P. Landow
Intervista, Mediamente,
Milano 26-11-1997
Non si tratta tanto di una questione di semplicità del testo, quanto quasi di un avvicinamento del testo al lettore. Con questo intendo dire che sembra del tutto ovvio che i lettori, all'inizio, leggano soltanto in un modo più o meno lineare; a mano a mano che diventiamo più sofisticati, tendiamo ad usare note a piè di pagina, glossari, e a lasciare il testo che stiamo leggendo per consultarne un altro, e poi tornare al primo. Questo processo è molto simile, ma non del tutto identico, all'esperienza della lettura di un ipertesto. Naturalmente, ci sono testi che sono più ipertestuali di altri. I testi scolastici che contengono note a piè di pagina o in fondo al libro, o glossari, sono molto più ipertestuali di un semplice romanzo o di un racconto. D'altra parte, le enciclopedie sono opere quasi del tutto ipertestuali.
Il testo verbale, per secoli, è stato il linguaggio dominante. Oggi, invece, siamo in quella che è definita la civiltà dell'immagine è quindi necessario aiutare la persona a orientarsi nella civiltà del suo tempo mediante l'acquisizione di codici interpretativi e di strumenti critici che la pongano in grado di cogliere la struttura della comunicazione. Ci troviamo, quindi, di fronte a qualcosa di totalmente innovativo.
La trasmissione delle informazioni, infatti, ha sempre seguito un paradigma lineare, adottando una struttura sequenziale per collegare tra loro le informazioni. Il nostro pensiero, invece, non ha una struttura lineare, ma va avanti per associazioni di idee. gli ipertesti e gli ipermedia si avvicinano molto al modo di ragionare della nostra mente In tal modo gli ipertesti e gli ipermedia si avvicinano molto al modo di ragionare della nostra mente.
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La storia dell'HTML
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La storia dell'HTML
L'ipertesto è un insieme di componenti testuali che, pur utilizzando un codice linguistico, permette una lettura non lineare di un documento creato con un computer. navigazionelink nodo percorsi personalizzati La lettura di un ipertesto è detta navigazione. Attraverso i link, (collegamenti) l'utente può navigare, attraverso una lettura non sequenziale, passando da un nodo all'altro (il nodo è l'unità informativa di base dell'ipertesto) scegliendo liberamente percorsi personalizzati. Non esiste un ordine prestabilito: è l'utente che costruisce il suo percorso (nellambito però di una libertà concessa dallautore che ha progettato lipertesto). Leggere un ipertesto significa muoversi attraverso il testo in modo attivo; la fruizione è un atto dinamico.
Con ipermedia si indica un multimedia a struttura ipertestuale con integrazione di più codici espressivi all'interno del testo. un un assemblaggio di vari media ambiente non sequenziale Possiamo così definire un ipermedia come un assemblaggio di vari media (il testo, la voce, la musica, le immagini fisse, i filmati..) in un ambiente non sequenziale, con possibilità di personalizzazione dei percorsi.