“Biflow catalogue” tra teoria e modello:

la traduzione nella Toscana medievale

e la sua rappresentazione digitale

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Antonio Montefusco, Tiziana Mancinelli

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«At no time in the history of the West has translation played a more vital role than in the Middle Ages [...] Since the emergence of Romance had rendered the entire corpus of classical literature incomprehensible to all but the “litterati”, both old and new worlds awaited (re)discovery or, to use Jerome’s metaphor, “conquest.”

Paradoxically, the universality and vitality of the activity as well as the disparateness of its products have led some modern theorists to deny the existence of “real” translation until the “Renaissance”.»
Jeanette Beer, ed. (1989) Medieval Translators and eir Craft, Western Michigan University, Kalamazoo, Medieval Institute.

 
 

Volgarizzamento è nella nostra prima letteratura situazione mentale prima che attività specifica. Le formule di Guido Fava, le lettere di Guittone, il trattato di Bono Giamboni, possono sembrare in più punti foggiati su un modello latino che non esistette mai. Ecco perciò che la varia fortuna e il vario atteggiarsi dei volgarizzamenti ci portano piano, se non  al centro, nella prossima periferia di quello che sarà l’Umanesimo [...] Se poeti e prosatori sono i protagonisti, i volgarizzatori sono le controfigure;[...] Vorremmo dunque evitare di attribuire ai volgarizzamenti un’efficacia determinante ed univoca nei rispetti della letteratura originale; e considerarli piuttosto come un riflesso analizzabile della luce che si veniva gettando sul gran mare del mondo classico, attribuendo loro, invece che una precedenza, un ideale parallelismo con le altre espressioni del penseiro letterario.

 
 

«Si possono dunque considerare i volgarizzamenti dai classici come legati fra loro da un rapporto significativo e non puramente estrinseco, e come un  filone di particolare importanza, che si distingue dalla massa dei volgarizzamenti, talora pregevolissimi e superiori a questi, dal latino della tradizione cristiana e medievale e da quello dei moderni?»

 
 

DiVo : Dizionario dei Volgarizzamenti

«Il progetto DiVo […] ha per oggetto lo studio, segnatamente dal punto di vista lessicale, dei volgarizzamenti medievali dei testi classici e tardo-antichi: il corpus su cui poggia l’analisi comprende tutte le traduzioni italiane medievali edite di testi latini che vanno dall’Antichità a Boezio, eventualmente anche attraverso il tramite del francese o di una diversa varietà italoromanza. […] Sono state considerate “volgarizzamenti”, e conseguentemente comprese nel corpus, tutte quelle opere che tendono a riproporre in volgare il dettato originale latino integralmente ed in modo puntuale e continuo.

 

E. Guadagnini, G. Vaccaro, Un contributo allo studio del «volgarizzare e tradurre»: il progetto DiVo, in Miscellanea Folena, 2014; cfr. E. Artale, I volgarizzamenti del corpus TLIO, in «Bollettino dell’OVI» 8, 2003.

 
 

«La leggittimità, il senso e, in ultima istanza, l’esistenza stessa del corpus sopra descritto si ritrovano nelle intuizioni e negli argomenti di diversi studiosi, che da distinti punti di vista hanno isolato questo insieme testuale annotandone i tratti peculiari – e almeno in parte distintivi – entro i confini della coeva produzione scritta.» E. Guadagnini, G. Vaccaro, Un contributo, cit.
       

 

 

 
 
 

                                                 

  •  C. Marchesi, L’Etica Nicomachea nella tradizione latina medievale. Documenti e appunti, 1904.
  • A. Schiaffini, Tradizione e poesia nella prosa d’arte italiana dalla latinità medievale a G. Boccaccio, 1934.
  • F. Maggini, I primi volgarizzamenti dei classici latini, 1952.
  • C. Segre, I volgarizzamenti del Due e Trecento, in Lingua, stile e società, 1974.
  • G. Folena, Volgarizzare e tradurre, Torino, Einaudi, 1991.

«È ora di fare storia sociale della lingua, storia sociale del parlare, storia sociale della comunicazione. […] Anche molti storici [...] si sono resi conto dell’importanza della storia della lingua. [...] Ciò nonostante, rimane sempre un certo divario tra le varie discipline tra la storia, la linguistica e la sociologia (compresa l’antropologia sociale). Questo divario può e deve essere colmato dalla storia sociale della lingua. [...] In altre parole, ci dovrebbe essere lo spazio concettuale per il tipo di progetto che qui si cerca di suggerire, un progetto che cerchi di aggiungere una dimensione sociale alla storia della lingua e una dimensione storica al lavoro dei sociolinguisti e degli etnolinguisti.»

Peter Burke, 1990.

Come fare storia sociale della traduzione medievale?

Catalogo BIFLOW

  • Individuazione di un corpus limitato da un punto di vista geografico e testuale
  • Inclusione del latino
  • Prosopografia del volgarizzatore come “operatore culturale”
  • Storia intellettuale dei milieux di traduzione e della forma mentis del traduttore
  • Approccio paleografico-codicologico

Si possono dunque considerare i volgarizzamenti dai classici come legati fra loro da un rapporto significativo e non puramente estrinseco, e come un  filone di particolare importanza, che si distingue dalla massa dei volgarizzamenti, talora pregevolissimi e superiori a questi, dal latino della tradizione cristiana e medievale e da quello dei moderni?

Biflow

BIFLOW: il corpus

  • Texts written and circulating in more than one languages, one of which : the Tuscan vernacular
  • Time limits: 1260-1415 ca.
  • Group 1: Bilingualism Latin (or French)  Italian
  • Group1a: Bilingualism Latin  Italian in Religious Literature
  •     (e.g. Albertanus of Brescia ; Angela of Foligno ; Angelus Clareno …)
  • Group 1b: Bilingualism Latin  Italian in non-Religious Literature
  •     (e.g. Brunetto Latini ; Dante Alighieri; Marsilius of Padua ; Andrea Lancia …)
  • Group 1c: Bilingualism French Tuscan  (e.g. Jean de Meun ; Guido of Pisa …)
  • Group 2: Bilingualism Italian  Latin (e.g. Catherine of Siena; Dante Alighieri ; Petrarch; Boccaccio ; Coluccio …)
  • Group 3: Multilingualism French (or other languages) / Italian / Latin (e.g. Brunetto Latini ; Egidio Romano ; Marco Polo ; Jean de Mandeville…)

Il catalogo Biflow

  • Testi e manoscritti delle diverse versioni linguistiche (non volgarizzamenti dei classici)
  •  Confronto sistematico tra le tradizioni
  • Tipizzazione della trasmissione (identità dell’autore, ambienti di circolazione etc.)
  • Interpretazione quantitativa e tipologica del fenomeno generale in rapporto con altre aree europee

Dalla teoria alla prassi

Dalla teoria alla prassi

“quante riflessioni sono state oziosamente proposte su questo antichissimo rapporto dialettico, ma quale riflessione radicale e dirompente ha prodotto l’informatica, per la quale il detto è fatto, l’algoritmo è la propria realizzazione, e per conseguenza chi non teorizza o teorizza male produce danni” (Orlandi, 2010)

Dalla teoria alla prassi

 

  • Qual è il rapporto fra cultura, tecnologia e scritture?

  • Quali sono e come si sono evolute le forme e le strutture del testo?

  • In che modo il linguaggio influisce su tali forme sugli aspetti cognitivi e lettura/scrittura?

  • While the terms “data” and “modeling” may be new, many of
    the activities and intellectual frameworks they entail are familiar and deep-rooted.

Dalla teoria alla prassi

La progettazione del catalogo, consiste nell’identificare tutti gli attori che sono in campo.

l'informatica – trasforma i dati, che identificano tutti gli oggetti portatori di informazione, in sistemi che definiremo formali, cioè costruiti in base a precisi schemi e secondo specifiche regole.

Qualche esempio

 

TLIOn si propone di realizzare una banca dati a schede (TLIon DB), nella quale siano riepilogate, per autore e per opera, le notizie essenziali relative alla tradizione dei testi della letteratura italiana.

Contenutistico: non tiene conto dell’aspetto della traduzione e dalla descrizione dei manoscritti.

Tecnico: Un software SQL/PHP ormai obsoleto, con gravi problemi di sicurezza, non più mantenuto.

Metadati: non è assolutamente curato.

 

Qualche esempio

 

DiVo è uno strumento per lo studio delle traduzioni dal latino nell’italiano delle origini.

 

Contenuto: tiene conto dei volgarizzamenti (già visto precedentemente).

 

Tecnico: Un software SQL/PHP ormai obsoleto, con gravi problemi di sicurezza, non più mantenuto.

Metadati: non è assolutamente curato.

 

Qualche esempio

 

Mirabile archivio digitale della cultura medievale

 

Tecnico: Una piattaforma non open-source, scritta con codice chiuso, gestita dal SISMEL e non permette nessun tipo di ampliamento

 

Metadati: questo aspetto non è curato

Qualche esempio

 

Manus è un database che comprende la descrizione e le immagini digitalizzate dei manoscritti conservati nelle biblioteche italiane pubbliche, ecclesiastiche e private.

Contenutistico: non ha una storia dei testi ma un catalogo dei manoscritti - comunque, importante per Biflow

 

Tecnico: Un software aggiornato e mantenuto, interfaccia che pone attenzione sull’usabilità.

Metadati: una codifica della parte di descrizione dei manoscritti in TEI - modulo Manuscript description.

Qualche esempio

 

Biblissima è una biblioteca digitale online, che consente di accedere in modo facile e coordinato a una mole enorme e complessa di documentazione sui manoscritti e sui primi libri stampati, sui testi in essi contenuti, sulla loro diffusione e sui loro lettori, dall'VIII al XVIII secolo (digitalizzazione dei documenti antichi, banche dati documentari, edizioni, nonché strumenti per comprendere questi documenti e produrre nuovi dati).

 

Metadati: Ontologia a cui Biflow si inspira

Obiettivi per la costruzione di una risorsa digitale

 

  • Come lavoro interdisciplinare è necessario riconoscere le diverse competenze e creare relazioni fra queste.

  • Averne chiari gli obiettivi teorici e pratici.

  • Avere una conoscenza accurata della natura del documento

  • Individuare un lettore ideale o implicito.

  • Avere un piano a lungo termine di mantenimento e preservazione (Pierazzo, 2014)

Costruzione di una risorsa digitale

 

  1. Selezione delle informazioni

  2. Modellizzazione

  3. Scelta della tecnologia

    • Metadati

    • Infrastruttura

  4. Visualizzazione

  5. Infrastruttura

Quali caratteristiche?

 

  • accessibilità e interscambio della risorsa digitale

  • indipendenza dalle piattaforme software e hardware

  • l collegamento fra i dati e dei metadati

  • Interoperabilità

  • La multimedialità e la multimodalità

  • L’aspetto numerico e quantitativo dei dati e non ultimo

  • l’interazione del lettore

Che cos’è il modello?

 

Per modellizzazione si intende la fase preliminare di un lavoro scientifico, editoriale e non, durante la quale il ricercatore considera:

  •  l’oggetto del proprio lavoro

  • sceglie le caratteristiche essenziali e quelle opzionali per il lavoro di ricerca

  • scarta quelle che invece non sono considerate utili

 

Una delle caratteristiche principali di un modello è di essere più piccolo dell’oggetto che modella e di essere basato, quindi, su un punto di vista selettivo che include ed esclude dettagli a seconda del suo obiettivo; per esempio, una carta geografica è un modello di un territorio in quanto presenta selettivamente le caratteristiche territoriali a seconda dell’uso che si intende fare della carta, e una carta per escursionisti presenterà il tracciato di sentieri assenti da una carta per automobilisti, per esempio. 

 

Che cos’è il modello?

 

Che cos’è il modello?

 

La ricerca in ambito umanistico si confronta con altri concetti complessi quali web 3.0, web di dati, Linked data, tag, metadati, semantica e sistemi esperti. L’informatica umanistica si trova così di fronte a un nuovo paradigma che permette di descrivere i dati non solo dal punto di vista formale, ma anche dal punto di vista del loro significato, grazie a metadati e sistemi di lettura degli stessi molto più sofisticati

 
 

Rappresentazione della conoscenza

 

Il Web 3.0 ha valorizzato quei linguaggi di rappresentazione capaci di tradurre il processo, noto anche, nei sistemi di knowledge management, come piramide della conoscenza, che dal dato (il fatto) deve portare alla saggezza (la conoscenza applicata), passando per l’informazione (il dato portatore di significato) e la conoscenza (l’informazione organizzata).

Web semantico

 

Il rinnovamento dei linguaggi del Web ha portato con sé un rinnovamento delle metodologie della rappresentazione delle risorse informative, che va dall’attenzione al documento all’attenzione verso il dato, ogni elemento identificato in grado di veicolare informazione in un testo. Le forme della rappresentazione del testo digitale si confrontano dunque con nuovi modi di intendere l’informazione quali Linked Open Data (LOD), che adotta un approccio ‘data centrico’ capace di sottrarre ambiguità alle sequenze di stringhe di caratteri in un testo, non interpretabili con sistemi di rappresentazione formale.

 

Web semantico

 

 

Le ontologie sono gli strumenti fondamentali per raggiungere l’interoperabilità semantica, poiché concettualizzano un dominio e agiscono come mediatori per la ricerca integrata degli oggetti digitali gestiti in diversi repositories.

 

Nel Web semantico e nella esposizione dei dati in dataset costituiti da triple in RDF con le tecnologie Linked open data, le ontologie ricoprono un ruolo fondamentale nell’espressione delle relazioni semanticamente qualificate su cui si fonda il collegamento tra i dati.

Quale strumento per quale utente?

  • Catalogo: status quaestionis + nuove ricerche
  • Individuazione e studio di corpora testuali significativi: base di nuove edizioni critiche
  • Mappatura socio-culturale dei testi e degli autori della Toscana Medievale  
  • Ambienti culturali: il volgarizzatore come “operatore culturale”
  •  Studio diacronico del fenomeno
  • per fasi: 1260-1350; 1350-1430
  • Per macro-dossier: Ars dictaminis; cultura domenicana; testi del dissenso francescano

Quale struttura?

  • Corpus → dossier testuali e diramazioni [Work]
  • Livelli di profondità dell’informazione: manoscritti [visione diretta e raccolta dalla letteratura secondaria]
  • Piste di approfondimento: persone [autori / volgarizzatori / copisti]

AcrOniMO

                  AcrOniMO-A

  • Contenuto:
  • Storia testuale:
  • Tradizione manoscritta:
  • Manoscritti:
  • Copisti:
  • Edizioni:
  • Bibliografia:

                  AcrOniMO-a

  • Contenuto:
  • Storia testuale:
  • Tradizione manoscritta:
  • Manoscritti:
  • Copisti:
  • Edizioni:
  • Bibliografia:

AcrOniMO-B …

AcrOniMOTradVolg...

Modelli concettuali

 

 

Un modello astratto per la descrizione degli aspetti bibliografici di risorse documentarie proposto nel 1997 dall’ifla (International Federation of Library Association), pubblica una nuova versione ontologica nel 2006, il frbroo (frbr object oriented).

 

 

Modelli concettuali

 

 

A quest’ultimo si aggiunge l’ontologia nel settore dei beni culturali, il cidoc Conceptual Reference Model (crm), che off re un modello per la descrizione di vari aspetti, impliciti ed espliciti degli oggetti culturali e patrimoniali. Si vanno quindi via via affermando nuove modalità di descrizione dei contenuti informativi dei dati, e anche nella stessa tei si discute di formalizzare nuovi aspetti del testo letterario (Ore, Eide, 2009).

 

 

FRBRoo/Cidoc-crm

un'ontologia formale volta a cogliere e rappresentare la semantica di base dell'informazione bibliografica e a facilitare l'integrazione, la mediazione e lo scambio di informazioni bibliografiche e museali.

 

In modo del tutto indipendente, il modello CIDOC CRM è stato sviluppato dal 1996 sotto l'egida del gruppo di lavoro sugli standard di documentazione dell'ICOM-CIDOC (International Council for Museums - International Committee on Documentation).

 

FRBRoo

La struttura base del modello di FRBR

  • Opera (work): una specifica creazione intellettuale.
  • Espressione (expression): una realizzazione (realization) di tale opera.
  • Manifestazione (manifestation): la materializzazione (embodiment) di un'espressione.
  • Unità o item (item): un singolo esemplare (exemplar) di una manifestazione.

Cidoc-crm

Sia la ricerca storica che la ricerca prodotta nell’ambito degli studi relativi al patrimonio culturale, inteso in senso lato, si avvalgono oggi di sistemi che sfruttano questo paradigma. Un esempio recentissimo è costituito dal progetto EPNet, avviato nel 2014, relativo allo studio del sistema economico e commerciale dell’Impero romano sulla base di ampi dataset costituiti dai dati epigrafici reperiti sulle anfore (Calvanese et al. 2015), nel quale viene utilizzato un sistema ontology -based per il collegamento virtuale e l’accesso ai dati strutturati in diversi database

Cidoc-crm

BiflowOntology

ConceptualWork

Formato da 4 macro classi

Person

Expression

Manuscript

Una persona può avere più ruoli: autore, copista, traduttore

contiene una o più

BiflowOntology

  • ConceptualWork

    • contiene una o più espressioni (una sola principale)

  • Expression (la versione testuale)

    • è contenuta in un manoscritto (Localizzazione)

    • può avere una espressione da cui deriva (Expression)

    • ha un autore e/o traduttore (Person)

  • Manuscript

    • contiene una o più Localizzazione

    • ha un copista (Person)

  • Localizzazione

    • tripletta Manoscritto / Espressione / Copista (Person)

BiflowOntology

Manuscript

La classe Manoscritto,

ripresa da Biblissima

 

 

Forse un'ontologia?

BiflowOntology

Grazie per l'attenzione

22_ottobre_Biflow_catalogue

By Tiziana Mancinelli

22_ottobre_Biflow_catalogue

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