Il Parmenide

Autore

Platone secondo Diogene nasce durante la guerra del Peloponneso e nell'anno della morte di Pericle (429 a.c.) da famiglia nobile. Si distinse grazie alla sua bravura nella ginnastica e il suo vero nome da Aristocle divenne "Platone", ossia "Spallalarga" soprannome con cui viene ricordato ancora oggi, riferito anche al suo stile ampio. Dapprima si appassionò ad arti come pittura e poesia ma un giorno udì Socrate mentre dialogava e da lì cominciò ad essere attratto dalla filosofia. Durante le guerre contro Sparta e Siracusa, visse sotto la democrazia dei demagoghi, l'oligarchia e la tirannide. Assistette inoltre al processo di Socrate, definito "l'avvenimento mitico della storia della filosofia" da Hildebrandt; tali avvenimenti portarono Platone a dedicarsi alla vita politica.

Vita

 

Di seguito alla democrazia di Pericle succedette il governo dei 30 nei quali vi erano anche alcuni familiari di Platone, il quale dapprima pose fiducia in loro ma solo in seguito capí che la loro gestione, dimostratasi fallimentare, fece apparire solo migliore la precedente. Ciò fu capito da Platone quando il governo costrinse Socrate, suo amico più anziano, a partecipare alla vita politica voglia o non voglia; Socrate si oppose, andando contro ogni conseguenza e pericolo. Furono queste le motivazioni che fecero dubitare Platone nei riguardi del governo dei 30 tiranni, che cadde dopo pochi anni e fu sostituito dal seguente, il quale perseguì nuovamente Socrate e lo condannò per empietà, accusa però totalmente infondata, che lo portò alla morte.
Tutto ciò porta Platone a realizzare che la politica di uno stato può essere portata avanti solo dai Filosofi per rendere giusta la politica è la vita dei cittadini

La politica di Atene e la morte di Socrate

Ideologia Socratica e Parmenidea

Platone esprimeva la propria ideologia tramite miti e dialoghi per esprimere il proprio pensiero e renderlo più comprensibile. La produzione scritta di Platone può essere divisa in 3 periodi: gioventù, maturità e vecchiaia e i temi principali trattati da lui furono le idee, la critica ai sofisti, la politica e la dimostrazione della molteplicità delle cose tramite le idee.

Parmenide, filosofo della scuola eleatica, è il primo che scrive in prosa. La sua opera più importante, "Sulla natura", rappresenta il suo pensiero sul tema che più lo rappresenta: "l'essere". Da lì la sua famosa frase: "L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere." la quale riassume la sua filosofia.

Il Parmenide

Dialogo appartenente al periodo della vecchiaia che s'incentra sul dialogo, molto probabilmente immaginario, tenutosi ad Atene tra Zenone, Parmenide e Socrate. In quest'opera si affrontano vari temi quali la critica alla Filosofia Socratica e il Problema dell'essere

personaggi

 

-Parmenide

-Zenone

-Socrate

-Aristotele

-Cefalo (Narratore)

Proemio

Cefalo viene fermato da Adimanto e Glaucone. Adimanto chiede a Cefalo dove si trovi suo fratello Antifonte. Questo perche egli aveva un amico, Pitodoro, che assisté al dialogo tra Zenone, Socrate e Parmenide e ad Adimanto interessava sapere di quel dialogo. cosi andarono da Antifonte che si trovava a Melita, il quale all'inizio diceva di non voler parlarne poiche richiedeva tanta fatica ma poi successivamente ne parlò. Antifonte narra di un incontro tra Pitodoro, Zenone e Parmenide alla Panatenee (festa), Parmenide si presenta come un uomo vecchio sui 65 anni e Zenone sui 40, il quale dice di essere suoi discepolo e amico.  

Ciò che è unica è l'idea in se, Infatti spiega poi Socrate a Platone che esiste una sola idea per ogni cosa che si presenta in diversi modi a seconda di come viene percepita dai sensi.

Il dialogo

Socrate, ascoltando la prima supposizione del primo libro di Zenone, si concentra nel capire il concetto del molteplice secondo Zenone, il quale afferma dice che il molteplice determina esseri simili e dissimili, ma che non sono accettati dall'idea dell'essere. Dunque il molteplice è inesistente. Socrate aggiunge che Zenone dice la stessa cosa di Parmenide quando egli sostiene che l'uno esiste ed il molteplice no.Socrate spiega la molteplicità attraverso la somiglianza e la dissomiglianza, in quando due cose possono essere simili o dissimili in misura di come l'uomo le percepisce

Parmenide dice poi che le stesse idee sono separabili, in quanto ogni parte che vi partecipa la forma come unica.Risponde invece Socrate dicendo che se si prende in considerazione per esempio la grandezza, una cosa grande, non sarà mai grande quanto l'idea della grandezza stessa.Parmenide dialoga con Socrate per sapere quanto riguarda la presentazione delle idee nella realtà sensibile. Dunque tramite i sensi percepiamo differenti cose le quali appartengono ognuna ad un idea e possiamo anche riconoscere più cose appartenenti però alla stessa idea. Le cose prendono il nome dall'idea a cui appartengono

Sia considerando l'uno come esistente che come non esistente, cadremmo comunque in contraddizioni infatti: se l'uno fosse ci sarebbe una corrispondenza di contrari e non esisterebbe il molteplice.
Se l'uno non fosse, in ogni caso esisterebbero le coppie di contrari e il molteplice si annullerebbe comunque

Dialettica Parmenidea

Attriti tra "l'essere" e "l'idea"

Platone stesso da voce a Parmenide per esprimere delle difficoltà nella teoria delle idee. Egli infatti afferma che l'idea è unica mentre sono molteplici le sue copie nella realtà rappresentando però un controsenso visto che non può apparire singola se essa ha più rappresentazioni, annullando cosi la sua unità.

Altro problema è la moltiplicazione all'infinito delle idee: infatti associata ad un'idea abbiamo la molteplicità delle sue rappresentazioni e, l'insieme di tutto ciò rappresenta un'idea a parte che considerata insieme al gruppo precedente viene definita come una nuova idea e cosi via all'infinito.

Infine Platone, tenendo conto dell'affermazione parmenidea ("l'essere è mentre il non essere non è") realizza che ciò rappresenta la morte della teoria delle idee poiché le idee, essendo molteplici e diverse l'una dall'altra ammettono l'esistenza del non essere.

Nonostante ciò Platone continuerà a sostenere la propria tesi affermando che senza di essa é impossibile filosofeggiare; di conseguenza bisognerà tralasciare la tesi di Parmenide.

FINE

Grazie per l'attenzione

Alessandro Filella, Mariano Grimaldi, Antonio Ruggiero

Il Parmenide

By antonio03

Il Parmenide

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