L'edizione digitale scientifica dei Documenti d'Amore di Francesco da Barberino: 

                                       Metodologie e strumenti

 

Tiziana Mancinelli - Università di Venezia

CCeH - Cologne Centre of eHumanities

17 - 02 -2017

Introduzione all' Edizione scientifica digitale:

 

La perdita del supporto cartaceo come strumento di trasmissione del sapere, da un lato ci impone un atteggiamento conservativo, la tutela di un patrimonio unico e prezioso, riconosciuto non solo come il testimone della civiltà della scrittura prima dell’avvento del digitale, ma anche come luogo di deposito, dall’altro ci permette lo studio scientifico dei manoscritti

Possiamo dare una definizione di

edizione digitale scientifica?

 

Traslare in linguaggio informatico la tradizione e le teorie della filologia tradizionale creando un nuovo paradigma digitale

Possiamo dare una definizione di

edizione digitale scientifica?

 

un’edizione critica è, come ogni atto scientifico, una mera ipotesi di lavoro, la più soddisfacente (ossia economica) che colleghi in sistema i dati” (Contini, 1979)

 

Vantaggi di un'edizione digitale

 

 

  • Il collegamento fra i dati e dei metadati
  • Interoperabilità
  • La multimedialità e la multimodalità
  • L’aspetto numerico e quantitativo dei dati e non ultimo
  • l’interazione del lettore

 

Quale edizione per quale lettore?

 

 

Esempio paradigmatico dell'edizione di Francesco da Barberino - attractio relativi - caso studio per l'Informatica umanistica

 

Quale edizione per quale lettore?

 

 

  • Come lavoro interdisciplinare è necessario riconoscere le diverse competenze e creare relazioni fra queste.

 

  • Averne chiari gli obiettivi teorici e pratici.

 

  • Avere una conoscenza accurata della natura del documento
     
  • Individuare un lettore ideale o implicito.
     
  • Avere un piano a lungo termine di mantenimento e preservazione.

Quello che può essere vista una “fuga in avanti” nel campo della filologia e della conoscenza dei testi si sta rivelando una fertile strada di ricerca per le peculiarità del testo preso ad esame: ha convogliato e convoglierà sempre di più durante le fasi di realizzazione dell’artefatto digitale le diverse competenze e l’interazione all’interno del gruppo di ricerca Biflow.

Documenti d'Amore

Descrizione del manoscritto

Identificazione delle strutture testuali

 

Quale edizione per quale lettore?

 

 

La teoria e la prassi: quante riflessioni sono state oziosamente proposte su questo antichissimo rapporto dialettico, ma quale riflessione radicale e dirompente ha prodotto l’informatica, per la quale il detto è fatto, l’algoritmo è la propria realizzazione, e per conseguenza chi non teorizza o teorizza male produce danni”

 

Quale linguaggio per rapprentazione?

 

 

La modellizzazione prevede l’individuazione di elementi e la trasformazione del dato in informazione che avviene attraverso regole di codifica e processi di interpretazione.

 

Quale linguaggio per rapprentazione?

 

 

Il sistema che stiamo utilizzando per la codifica di Francesaco da Barberino è lo standard TEI - Text Encoding Initiative. La TEI è un consorzio di istituzioni internazionali, di ambito linguistico e letterario, con l'obiettivo di sviluppare standard per la codifica di testi umanistici e per promuovere e sostenere il loro uso per progetti istituzionali o di singoli individui.

 

www.tei-c.org

The <msDesc> module:

Descrivere fonti primarie

 

 

See M. J. Driscoll, ‘P5-MS: A general purpose tagset for manuscript description’, Digital Medievalist 1 (2006)


http://www.digitalmedievalist.org/journal/2.1/driscoll/#mjd-b003

  • New to TEI P5 (2007)
  • Developed from MASTER (1999-2001) and TEI Medieval Manuscript Description Work Group (1998-2000)

 

  • Sviluppato da esperti in manoscritti occidentali

MSDESC - Manuscript description

Other standards are also important, e.g. MARC, EAD, but:
TEI increasingly widely used:


Digital Walters
e-codices
Parker Library
Manuscriptorium
Fihrist
Genizah (Bodleian)

Documenti d'amore

Francesco da Barberino

Quale edizione per quale lettore?

Ancora valida questa domanda per un testo

come quello di Francesco da Barberino?

Il testo digitale non è soltanto un testo univoco, ma un ipotesto che può contenere in sé varie trascrizioni e moltiplicare le situazioni testuali.

Documenti d'amore

Francesco da Barberino

Quale edizione per quale lettore?

By ‘modelling’ I mean the heuristic process of constructing and manipulating models; a ‘model’ I take to be either a representation of something for purposes of study, or a design for realizing something new

 

Text

Altri linguaggi di descrizione - ‘manuscript’ description:


Papyri (e.g. papryi.info) [sample xml]


EpiDoc


CEI (Charter Encoding Initative): Monasterium


early printed books


modern collections, e.g. Letters of Mary Russell Mitford [sample xml], Intellectual Berlin around 1800 [sample xml]

TeiHeader - Frontespizio digitale

Text

Facsimile

Corpo del testo

Il testo nella struttura della TEI si divide in due parti fondamentali

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            <msDesc>

               <!-- Informazioni sulla collocazione fisica del Codice -->
              
               <msIdentifier>
                  <country>Italia</country>
                  <settlement>Città del Vaticano</settlement>
                  <institution>Biblioteca Apostolica Vaticana</institution>
                     <repository>Biblioteca Vaticana</repository>
                     <collection>Barberino Latino</collection>
                     <idno>4076</idno>
               </msIdentifier>

               <!-- Informazioni su autore e lingua -->
               <msContents>
                  <msItem>
                     <textLang mainLang="latin">Latino</textLang>
                     <textLang mainLang="italian">Italiano</textLang>
                     <colophon>
                        Francesco da Barberino, Documenti d’Amore (cc. 1r-101v), in italiano e in latino, preceduti dalle tavole di contenuto alle cc. Ir-VIIIr.p
                     </colophon>
                     <colophon>I-VIII8, 7r-12v6, 13r-18v6, 19r-24v6, 25r-30v6, 31r-36v6, 37r-42v6, 43r-48v6, 49r-54v6, 55r-60v6, 61r-66v6, 67r-72v6, 73r-78v6, 79r-84v6, cc. 85r-90v6, 91r-96v6, 97r-102v6. Sono diciassette fascicoli di cui sedici ternioni e uno, il primo (corrispondente alle carte contenenti le tavole di contenuto), quaternione (a mio parere, non può considerarsi un fascicolo staccato dal resto del codice, ma facente parte di esso; per Petrucci esso viene aggiunto successivamente nella seconda metà del sec. XIV).
                        Perché Petrucci parla di una struttura fascicolare irregolare, con i primi tre fascicoli di 9 carte (poi 5 ternioni, 1 binione, 2 quaternioni)? Ma non così Panzera che parla di otto fascicoli ternioni (errore di scrittura visto che in questo modo risulterebbero essere 48 carte?).
                        NB: I ternioni sono evidenziati anche dalla presenza costante di richiami di fine fascicolo!
                     </colophon>
                    
                  </msItem>
               </msContents>

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<physDesc>
 <objectDesc>
  <supportDesc>
   <p>Il volume è rilegato, <material>pergamena</material> con piatti in legno
  (<width>360</width> * <height>255</height> *membr.; cc. I-II (cart. mod.), III-IV (membr. coeve), 104 (numerate modernamente, in numeri arabi, per cc. 102; le prime otto carte sono cartulate, da mano moderna, in cifre romane, per I-VIII; bianche le cc. VIIIv, 102v), I’-II’ (membr. coeve non numerate), III’-IV’ (cart. recenti, non numerate); 18, 2-176*; richiami entro cornice posti al centro del margine inferiore dell’ultima carta verso dei fascicoli; rigatura ad inchiostro comprendente le linee per il testo italiano e latino, e quelle per il commento a corollario.</p>
  <p></p>
 </supportDesc>
 </objectDesc>

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 <handDesc hands="1">
  <p>scrittura**:, responsabile del testo italiano, è una semigotica con influssi della cancelleresca, sottile e calligrafica, minuta, slanciata, e leggermente inclinata a destra, caratterizzata da aste alte uncinate, e dalle basse che scendono appena al di sotto del rigo; peculiari sono le lettere: g, il cui occhiello inferiore, spostato a sinistra, si mostra ovale e spesso aperto, e la h, con il secondo tratto terminante ad uncino pronunciato. La seconda (mano B), è artefice del testo latino e del commento in latino, e utilizza due scritture differenti in base al diverso contesto grafico: una corsiva di impianto cancelleresco, sottile e di modulo molto piccolo, per il commento, una semigotica posata, diritta e contrastata, per il testo; caratteristica, in entrambi i casi, è la s maiuscola in fine di parola che spesso è a forma di 6 o di 8. Un’altra mano (mano C) interviene nella stesura delle tavole di contenuto (cc. Ir-VIIIr) e scrive in una littera textualis di piccolo modulo, diritta, appena contrastata, e con lettere serrate tra loro. Postille coeve di revisione al testo lungo i margini di alcune carte (es. cc. 11r, 31v, 33r), spesso inserite all’interno di una cornice rubricata, vergate in una sottile scrittura corsiva di base cancelleresca.</p>
                     <p>
     <list>
       <item>testo in volgare: semigotica, calligrafica, slanciata e ben spaziata;</item>
       <item>traduzione latina: semigotica con maggiore aderenza ai canoni della littera textualis;</item>
        <item>- glosse: corsiva minuta e sottile, più disordinata e irregolare</item>
       </list>
                    </p>
                  </handDesc>
                  <decoDesc>
                     <p>Commenti sulla descrizione fisica</p>
                  </decoDesc>
               </physDesc>

La descrizione delle mani e della tipologia di scrittura.

 <handDesc hands="1">
  <p>scrittura**:, responsabile del testo italiano, è una semigotica con influssi della cancelleresca, sottile e calligrafica, minuta, slanciata, e leggermente inclinata a destra, caratterizzata da aste alte uncinate, e dalle basse che scendono appena al di sotto del rigo; peculiari sono le lettere: g, il cui occhiello inferiore, spostato a sinistra, si mostra ovale e spesso aperto, e la h, con il secondo tratto terminante ad uncino pronunciato. La seconda (mano B), è artefice del testo latino e del commento in latino, e utilizza due scritture differenti in base al diverso contesto grafico: una corsiva di impianto cancelleresco, sottile e di modulo molto piccolo, per il commento, una semigotica posata, diritta e contrastata, per il testo; caratteristica, in entrambi i casi, è la s maiuscola in fine di parola che spesso è a forma di 6 o di 8. Un’altra mano (mano C) interviene nella stesura delle tavole di contenuto (cc. Ir-VIIIr) e scrive in una littera textualis di piccolo modulo, diritta, appena contrastata, e con lettere serrate tra loro. Postille coeve di revisione al testo lungo i margini di alcune carte (es. cc. 11r, 31v, 33r), spesso inserite all’interno di una cornice rubricata, vergate in una sottile scrittura corsiva di base cancelleresca.</p>
                     <p>
     <list>
       <item>testo in volgare: semigotica, calligrafica, slanciata e ben spaziata;</item>
       <item>traduzione latina: semigotica con maggiore aderenza ai canoni della littera textualis;</item>
        <item>- glosse: corsiva minuta e sottile, più disordinata e irregolare</item>
       </list>
                    </p>
                  </handDesc>
                  <decoDesc>
                     <p>Commenti sulla descrizione fisica</p>
                  </decoDesc>
               </physDesc>

Collegamento della struttura dei testi

(e di parti del manoscritto)

<linkGrp> (gruppo di collegamenti) definisce una raccolta di associazioni o legami ipertestuali

<link target="#n3.284 #r3.284 #L3.284"/>

LA STRUTTURA DEL TESTO

La descrizione della struttura del testo sono stati individuati sette aree testuali:

  • le Immagini
  • una rubrica legata alle immagini
  • il testo lirico in volgare
  • la traslatio latina
  • la chiosa o glossa.

Definizione di sezioni del manoscritto:

- una mappa delle parti del manoscritto

- collegata alla struttura del testo

IL TAG <zone>

Riassumendo:

 

I sistemi di codifica permette lo scambio di informazioni attraverso la rappresentazione delle informazioni testuali.

 

La codifica è un'attività scientifica e di ricerca, ma a sua volta può supportare la ricerca.

 

Rendono esplicito alla macchina cosa è implicito per la persona.

 

La definizione del markup e il processo di codifica è uno degli aspetti che caratterizza la nuova forma di editore.

 

La scelta del markup non è neutra ed è frutto di interpretazione permessa soltanto da un'analisi e conoscenza del testo.

 

 

 

 

Le fasi future del progetto:

 

  • rapporto contenutistico:

Relazioni fra le sezioni testuali

  • Aspetti stilistici e linguistici:

Da fare successivamente.

  • Apparato critico

- Una codifica dettagliata dell'aspetto paleografico e codicologico del manoscritto.

Per esempio, <choice> e <damage>

 

- Codifica dei nomi, dei luoghi e delle opere letterarie

tiziana.mancinelli@uni-koeln.de

XPATH

Subtitle

Francesco da Barberino

By tiziana_m

Francesco da Barberino

Firenze 16-02-2017

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